Pippo Corigliano: primo ‘compleanno in cielo’ dello storico portavoce dell’Opus Dei in Italia

Pippo CoriglianoÈ morto un anno fa ma, con i tempi dell’attuale società liquida e mediatica, sembra passato un secolo. Sto parlando dell’ing. Pippo Corigliano (1942-2024), giornalista, scrittore e ‘storico’ direttore dell’Ufficio Informazioni italiano dell’Opus Dei dal 1970 al 2011. L’8 giugno del 2024, ci ha lasciato in maniera inaspettata, come hanno testimoniato coloro che fino all’ultimo giorno gli sono stati vicini. Dopo domani, quindi, festeggerà in cielo, anche se lì ci insegnano che il tempo ‘non esiste’, il suo primo compleanno.

Giuseppe Corigliano, noto a tutti semplicemente come ‘Pippo’, era nato a Napoli il 31 maggio 1942. Nel 1960, a soli 18 anni, aveva chiesto l’ammissione come numerario, ovvero con vocazione al celibato apostolico, nell’Opera fondata da mons. Josemaría Escrivá (1902-1975) per la santificazione nel lavoro e nell’adempimento dei doveri ordinari del cristiano.

Pippo ha avuto la possibilità di conoscere personalmente san Josemaría, dirigendo per suo incarico la comunicazione nel nostro Paese durante anni significativi per l’Opus Dei che hanno visto, fra l’altro, la morte dello stesso Escrivá (26 giugno 1975), l’erezione dell’Opera a prelatura personale (28 novembre 1982) e, infine, la beatificazione (1992) e successivamente la canonizzazione (2002) del Fondatore.

Una volta cessato dal suo incarico (ha sempre rifiutato la parola “pensione”), si è dedicato a scrivere libri, da Un lavoro soprannaturale (2008) a Preferisco il Paradiso. La vita eterna com’è e come arrivarci (2012), il suo vero best seller, imperdibile, dal meno conosciuto Ettore Bernabei (2012), intervista allo storico leader della Rai e poi fondatore di Lux Vide a Quando Dio è contento. Il segreto della felicità (2013), per finire con Cartoline dal Paradiso “1” (2014) e “2” (2017), Siamo in missione per conto di Dio. La santificazione del lavoro (2015) e Il cammino di San Josemaría. Il fondatore dell’Opus Dei e i giovani (2019).

Nel suo blog “Preferisco il Paradiso” ha annotato negli ultimi anni della sua vita tante riflessioni e squarci di quotidianità (“fatti e fattarielli”, diceva) che riflettono il suo acume e buonumore tipicamente napoletani. Del carattere partenopeo Pippo incarnava il meglio dello sguardo positivo verso la vita, della tendenza innata a sdrammatizzare, dell’ironia sottile e della fede legata all’espressione spontanea del sentimento.

Si era laureato in ingegneria elettrotecnica all’Università degli Studi di Napoli Federico II ma, dopo aver conosciuto l’Opus Dei e il suo Fondatore, si trasferì a Milano (1970) entrando a far parte della Commissione Regionale dell’Opus Deiin Italia, l’organo di governo delle attività dell’Opera nel nostro Paese. Da allora si è occupato della comunicazione dell’Istituzione e, in questa veste, è entrato in contatto con significativi personaggi del mondo dei media, fra i quali Indro Montanelli (1909-2001), Leonardo Mondadori (1946-2002), Vittorio Messori e tanti altri.

Il suo ultimo libro Corigliano l’ha dedicato a uno dei santi napoletani per antonomasia, Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), condensando in 120 pagine (Edizioni Ares, Milano 2023) la summa della sua visione del cristianesimo vissuto dentro i vicoli della vita quotidiana, impregnato di umanità e autenticità all’interno di una fiducia assoluta nella bontà e provvidenza di Dio.

Pippo cercò sempre di evitare di essere (o di essere presentato) come “il volto” pubblico dell’Opus Dei, concentrandosi piuttosto nel far capire nelle varie circostanze cosa l’Opera realmente proponesse come percorso di vita cristiana: non una forma di distacco dal mondo o di ‘perfettismo’, ma la piena partecipazione alla vita ordinaria, con l’intento di santificarsi aiutando ogni persona che si incontra, nella prospettiva della ‘ricristianizzazione’ della società.

Come ricorda ogni persona che vive o semplicemente conosce ‘di prima mano’ l’Opus Dei, Corigliano fu protagonista negli anni de ‘Il Codice Da Vinci’ (2003), la famigerata opera fantasy di Dan Brown presa da molti come rappresentazione di fatti reali, di una straordinaria trasformazione di un eclatante tentativo di demonizzazione dell’Opera in un’occasione per parlare della bellezza del messaggio di san Josemaría e della normalità delle persone che lo seguono. Tanto che ancora oggi frequentano i mezzi di formazione dell’Opus Dei non poche persone che ne hanno sentito parlare per la prima volta leggendo il libro di Dan Brown o vedendo il film che successivamente ha sbancato i botteghini dei cinema. Anche in questo caso, quindi, si conferma il noto proverbio per cui Dio “scrive dritto sulle righe storte tracciate dagli uomini”…

Cosa aggiungere in conclusione su Pippo Corigliano? Forse una citazione che, pubblicata a suo tempo nel blog “Preferisco il Paradiso”, ne riassume a mio avviso il carattere semplice e diretto ma allo stesso tempo anche la Fede profonda: «Dio fa il tifo per me e non smette fino a che non divento uno che vive al Suo cospetto, con il cuore infiammato dal sangue di Gesù. Conversioni? Sì che ne devo avere! Continuamente scopro aspetti che dovrei affrontare e migliorare e non sono cose di poco conto. Dio non assiste benevolmente da lontano ma fa un tifo appassionato per me. È stata una scoperta e volevo comunicarla…».

(Giuseppe Brienza, 06/06/25, Korazym)

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