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Data: 26/09/1998
Autore: A.M. Moreno Q.
Fonte: El colombiano (Colombia)
Editore: -

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L'Opus Dei visto dal di fuori
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Cinque anni fa, un amico mi disse: "Che ne dici di venire con me a confessarti?".
"A fare cosa?" risposi, dal momento che avevo quasi dimenticato il significato della parola, in parte a causa di una paura interiore, in parte perché avevo abbandonato la pratica.
"Sono serio - mi disse - "mi piacerebbe moltissimo andare in un posto dove dicono ci sia un prete molto bravo".
"Beh, l'idea mi spaventa a morte, ma ci penserò", risposi.

Ed effettivamente ci pensai.

Mi sedetti e feci una lista di tutto quanto fosse "confessabile" e "inconfessabile".
Questa lista comprendeva 32 elementi.

Questa persona mi ascoltò senza interrompermi una sola volta.

Alla fine disse: "Nient'altro?"

Risi: "No, nient'altro, padre".

"Un mucchio di difetti, figliola! Vuoi migliorare?"

"Sì, padre".

"Vuoi veramente farlo?"

"Sì".

"Vuoi che ti aiuti?"

"Sì, certamente".

Ritornai. Non una volta, non due volte. Tante volte! E ancora, dopo tutto questo tempo, continuo ad andare da lui. Vorrei spiegare che io sono una persona ordinaria, né il meglio né il peggio. Qualche volta gli dico: "L'unico sforzo che sto facendo è quello di continuare a venire a ripeterti le stesse vecchie cose".

"Come puoi dire questo?", risponde, "Guarda come sei migliorata in... Prima tu eri...".

Questo prete appartiene all'Opus Dei. Ho conosciuto molte persone legate a questa istituzione. Dal momento che io non ne sono membro, ho sentito critiche, le persone mi hanno raccontato storie, alcune credibili, altre estremamente improbabili. E' questo il motivo per il quale voglio offrire la mia opinione, adesso che si sta celebrando il 70° anniversario della nascita dell'Opus Dei. Voglio farlo perché io lo vedo dal di fuori e lo conosco.

Ho incontrato l'Opus Dei per caso, ma come è successo ad altre persone, mi ha spaventata: "Se andrai là, cercheranno di prenderti", mi dicevano. Ho fatto promettere al mio confessore che non avrebbe mai pregato affinché io divenissi un membro dell'Opus Dei. La sua risposta è stata chiara e definitiva: "Continuerò sempre a pregare per te, su questo puoi contare. Ma io pregherò che tu ti faccia sempre più vicina a Dio e che tu lo ami moltissimo. Egli ha tracciato un cammino per ogni persona e il nostro è uno dei tanti, ma c'è bisogno di una vocazione per seguirlo. Se in qualsiasi momento qualcuno nell'Opera cerca di fare pressioni su di te, anche minime, anche se sono io, dimmelo".

Non ho mai avuto lamentele da fare. Frequento ognivolta che ne sento il bisogno. Vado via e ritorno senza che nessuno mi dica: "Perché sei stata lontana così a lungo?". Ho dimenticato che mi ero proposta di stare in guardia. Ogni volta che vado da loro, vengo ricevuta nella maniera più naturale.

Mi godo veramente le meditazioni, le giornate di raccoglimento e il ritiro annuale per arieggiare l'anima e pensare a tutte quelle cose per le quali non ho avuto tempo...
Là mi trovo con molte persone come me, che non hanno una vocazione specifica, ma che vengono nutrite umanamente e spiritualmente.

Esaminando l'istituzione e i suoi membri da dentro e da fuori, a prima vista piena di pregiudizi e persino di derisioni, posso dire di non aver trovato quanto mi aspettavo: ho visto persone semplici e persone di "elite", coloro che si vestono come in una rivista di moda e coloro che pensano sia superfluo indossare un anello. Ognuno ha il suo stile particolare. Non ho notato alcuna traccia di fanatismo. Ho trovato i punti di base che la Chiesa professa, niente di meno, niente di più. Non fanno alcuna concessione per essere meglio accettati, né d'altronde vanno oltre a quanto dice il Papa. Un bel po' diverso da coloro che dicono quel che fa piacere sentire di modo che le persone li seguano con maggior facilità.

Non dovremmo dimenticare che siamo tutti esseri umani e che il fatto di appartenere ad una istituzione particolare non ci rende perfetti, proprio come tutti i membri della Chiesa non sono perfetti, né lo sono tutti i giocatori della nazionale, né i volontari della Croce Rossa, ma questo non può gettare discredito su queste istituzioni. Ho notato che i membri dell'Opus Dei sono sempre osservati con occhio particolare. Se prendono un drink ad una festa: "Guardalo che beve... e dicono sia un membro dell'Opus". Se però alla stessa festa non prende il drink: "Sono tutti dei disadattati". Allora chi ci capisce?

Rispetto l'Opus Dei. Da molto tempo ho lasciato cadere le mie difese. Non ho una vocazione per esserne membro, ma posso ricavare vantaggi, come chiunque altro, di quanto offre per mantanere la mia vita spirituale in buono stato. So che da sola non posso farcela.

 

 

 

Josemaría Escrivá