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Data: 1992
Autore: Cornelio Fabro
Fonte: Santi nel mondo (ed. Ares)
Editore: Ares

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Le opere di Josemaría Escrivá - le note

(1) Traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1990.
(2) Colloqui, n. 19; n. 63.
(3) Cfr l'Indice scritturistico, pp. 255-261. Manca invece, a differenza di quanto vedremo nella produzione omiletica, ogni riferimento patristico (fa eccezione un riferimento a san Gregorio M. sul demonio: n. 149). Rari anche i richiami ai santi (santa Teresa d'Avila, sant'Ignazio, san Francesco d'A., san Benedetto, san Saverio, santa Teresa del Bambin Gesù...). Manca (se ho ben letto) san Francesco di Sales che sembra avere (specialmente nella Introduzione alla vita devota) la concezione più affine a quella dell'autore.
(4) Traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1987.
(5) Traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1987.
(6) Traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1988.
(7) È Gesù che passa, n. 142.
(8) Colloqui, n. 103.
(9) Ibidem.
(10) Amici di Dio, n. 248.
(11) Amicidii Dio, n. 293. E subito dopo: "Ti consiglio [...], se non l'hai ancora fatta, la tua esperienza personale dell'amore materno di Maria. Non basta sapere che Ella è Madre, considerarla tale, e parlare di Lei come tale. È tua Madre, e tu sei suo figlio; ti vuole bene come se tu tossi il suo figlio unico sulla terra. Trattala di conseguenza: raccontale tutto ciò che ti succede, rendile onore, amala".
(12) Traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1989.
(13) L'editore ha accompagnato il testo con la riproduzione a colori della commovente Via Crucis di Giandomenico Tiepolo in San Polo a Venezia, che non ha l'uguale nell'arte cristiana: Cristo, dal volto ancora giovanile e atteggiato a suprema dolcezza, attira su di sé lo sguardo di amici e nemici, e a tutti porge un gesto del suo Amore. Forse non si poteva trovare un commento per gli occhi che credono più plastico e intenso: solo la grande Crocifissione del Tintoretto alla Scuola di San Rocco può reggere il confronto. Ma qui la grandiosità e drammaticità della rappresentazione la rende aggressiva, quasi da portare alla disperazione: non così Giandomenico Tiepolo, che compone i gruppi umani attorno a Cristo, di uomini e donne, di piccoli e grandi, di amici e nemici, in atteggiamento di pari attonita sorpresa, anche se con opposti sentimenti.
Così il testo di monsignor Escrivá s'illumina delle tele di Giandomenico Tiepolo del fascino smagliante della vita veneziana del Settecento; e questa a sua volta, e con essa il dramma della vita dell'uomo, mostra come l'arte della fede (che è la fede dell'arte) possa incontrarsi col messaggio di consolazione e d'impegno per la fede di un sacerdote santo. L'arte cristiana, quella che s'illumina della fede come questa del Tiepolo, arriva molto più in là della filosofia, perché guarda a Cristo con gli occhi dell'amore e sa esprimere nella figurazione la trascendenza di una speranza di suprema consolazione che è offerta a ogni uomo: anche all'uomo d'oggi in cammino, assordato dal fragore delle macchine e insidiato dalle trappole della politica atea.
(14) Quest'opera (traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1988), come le seguenti, porta una numerazione continua per temi e punti alla quale ci atterremo nelle citazioni. Mi risulta che il testo delle omelie sia stato registrato e trascritto dalla voce diretta e poi riveduto dall'autore.
(15) L'edizione, come anche nel seguente Amici di Dio, è dotata di un complesso di utili indici: I. Indice dei testi della Sacra Scrittura; II. Padri e Dottori della Chiesa, documenti del Magistero, testi liturgici, ecc.; III. Indice analitico (molto importante e utile, benché non completo); IV. Indice generale. Il testo è diviso e numerato in paragrafi: le referenze vengono fatte, qui e negli altri scritti, col numero del paragrafo.
(16) Mt 13, 36.
(17) Cfr Mt 16,6-7.
(18) Cfr Lc 22, 24-27.
(19) Cfr Mt 14,31; 16,8; 17, 20; 21, 21.
(20) Mt 16, 16.
(21) Mt 16, 23.
(22) San Giovanni Crisostomo, In Matthaeum homiliae, 54, 4 (PG 58, 537).
(23) Gv 11, 16
(24) Cfr Ct 8, 6
(25) Cfr Gal 2, 9
(26) Cfr Mt 4, 19
(27) Cfr Dn 2, 33
(28) Cfr al n. 55 con un testo raro e assai bello di sant'Agostino su san Giuseppe.
(29) Ap 3, 1-3
(30) Traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1988.
(31) C. Fabro, Un maestro di libertà cristiana, in L'Osservatore romano, 2 luglio 1977.
(32) E' sempre la formula atanasiana.
(33) Traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1976.
(34) Fra essi figurava monsignor Alvaro del Portillo, Segretario generale dell'istituzione e poi successore di monsignor Escrivá alla guida dell'Opus Dei.
(35) Su questo punto insisterà soprattutto nelle interviste di Colloqui, come si dirà a suo luogo.
(36) Pronunziata il 29 maggio 1972, festa della SS. Trinità.
(37) Sono citati Cipriano e Agostino.
(38) E qui viene denunziato l'errore di coloro (teologi e laici) che distinguono da una parte una Chiesa carismatica, fondata da Cristo, e dall'altra un Chiesa giuridica e istituzionale, che sarebbe opera di uomini e semplice effetto di contingenze storiche (cfr p. 26).
(39) Pronunziata il 4 giugno 1972, II Domenica dopo Pentecoste.
(40) Abbiamo modificato un po' l'ordine dei periodi per maggiore chiarezza.
(41) Il paragrafo si conclude inneggiando alla Chiesa con la triplice invocazio: "Santa, Santa, Santa" dell'inno in onore della Beatissima Trinità (p. 48).
(42) Traduzione italiana: Edizioni Ares, Milano 1987.
(43) Cammino, n. 389: "La santa facciatosta è una caratteristica della "vita d'infanzia". Nulla preoccupa il bambino. - Le sue miserie, naturali miserie, si pongono in evidenza con semplicità, anche se tutti lo guardano". E spiega amabilmente come già si è osservato: "Questa facciatosta, trasferita alla vita soprannaturale, porta a ragionare così: lode, disprezzo...: ammirazione, burla...: onore, disonore...: salute, malattia...: ricchezza, povertà...: bellezza, bruttura... Bene, e... con questo?".
(44) L'attestano gli Indici dei testi biblici posti in appendice ai vari volumi, specialmente ai volumi delle omelie.

 

 

 

Cornelio Fabro