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Data: 04/08/2005
Autore: -
Fonte: El Correo
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Il battesimo di una top-model

Si chiama Rachele e ha appena ricevuto il battesimo. In sé, non è un evento particolarmente strano, solo che Rachele ha 22 anni, è stata Miss Gipuzkoa nel 2001 e Top Model internazionale nel 2003. Dunque, la notizia non è consueta.

Il battesimo è avvenuto nella cattedrale del Buon Pastore durante la Santa Messa della Veglia Pasquale officiata dal Vescovo di San Sebastián José María Uriarte. «Sono una modella professionista, ma molto riservata nella mia vita privata», si giustifica questa donna che è al quarto anno di Giurisprudenza e alterna la vita a San Sebastián con attività nello Zinbawe o negli Stati Uniti.

«La decisione di battezzarmi è molto personale, ma mi hanno incoraggiata a raccontarla pubblicamente perché può servire a far riflettere altri», aggiunge con una voce esile che contrasta col suo metro e ottanta centimetri di altezza.

In una società come quella basca non accade spesso che un adulto decida di farsi battezzare. E ancor meno se si tratta di modelle con un passato di miss. Perché ora? «I miei genitori erano cattolici, ma quando siamo nati mio fratello e io pensarono che era meglio aspettare che diventassimo adulti in modo che fossimo noi stessi a decidere se volevamo ricevere il battesimo. Ritennero che fosse una scelta molto intima e che avremmo dovuta farla noi quando avessimo avuto il criterio per farla». La decisione dei suoi genitori fece esplodere le proteste dei nonni, favorevoli al battesimo dei bimbi.

Preoccupata per gli altri
Rachele frequentò una scuola laica e visse lontano dalla religione cattolica. «A 17 o 18 anni avevo la stessa confusione mentale che hanno tutti a quell’età, ma avevo anche alcune idee chiare», spiega. Così, incoraggiata da sua madre, cominciò la carriera di modella nell’agenzia Firts Models della sua città e contemporaneamente iniziò gli studi di Giurisprudenza nella facoltà di San Sebastián. Nel 2000 ebbe l’occasione di presentarsi al concorso per Miss Gipuzkoa; partecipò e vinse.

«Da quel momento fui costretta a mettere d’accordo gli studi e il lavoro di modella, con impegno e con l’aiuto dei professori, però andai avanti». Rachele Balencia salì un gradino dopo l’altro e nel 2003 conquistò a Beirut il titolo Top Model International, che le avrebbe aperto le porte in tutto il mondo.

Ora continua a lavorare in diversi Paesi, sotto contratto con un’agenzia di Barcellona, anche se «il mondo della moda non mi piace affatto: godo sulla passerella e sono contenta di viaggiare, di conoscere Paesi e culture, ma le leggi interne di questo universo mi lasciano molto fredda».

Ma in una vita da glamour, dall’apparenza frivola e più corpo che anima..., in che modo compare l’inquietudine religiosa? «Ho sempre alternato la mia professione con alcuni corsi su questioni che mi interessano. Qualche anno fa feci un corso e conobbi alcune ragazze di ISSA (Istituto di Segretariato di San Sebastián) che mi presentarono a don Rafael Hernández, cappellano della scuola. In quel momento io ero molto interessata ai valori umani, alla necessità di recuperare il bene essenziale, che consiste nel comportarsi bene con gli altri. Ne parlai a don Rafael e gli chiesi di farmi una sorta di catechesi, e alla fine decisi di farmi battezzare, perché avevo avuto la conferma che i valori nei quali io credo sono i valori della religione cattolica».

Battesimo al Buon Pastore
Così fu deciso il battesimo, avvenuto nella Settimana Santa. «Anticamente – spiega Rachele Balencia – era tradizione che gli adulti fossero battezzati nella notte tra il sabato e la domenica di Pasqua, perché è la notte della risurrezione di Gesù».

Sabato Santo, alle dieci di sera, nella cattedrale del Buon Pastore, è cominciata la cerimonia, presieduta dal vescovo e concelebrata da una decina di sacerdoti, durante la quale è stato battezzato anche un cittadino di origine araba residente a Gipuzkoa.

«La chiesa era piena, perché, oltre ai nostri parenti c’erano anche i fedeli venuti per la Messa solenne – ricorda la miss -. È stato un battesimo normale – aggiunge Rachele -, con la differenza che invece di essere neonati eravamo adulti, e abbiamo dovuto parlare davanti a tutti per spiegare perché avevamo fatto la scelta di Gesù. Ti posso assicurare che per me è molto più complicato rivolgermi al pubblico per parlare di una questione così intima che sfilare su una passerella». I suoi zii hanno fatto i padrini.

Si rende conto che non è frequente vedere una modella che si fa battezzare? «Nei secoli passati era normale che la gente si battezzasse da adulta, avendo l’uso di ragione ed essendo in condizione di scegliere la propria religione – dice -. Ora siamo abituati ai battesimi da bambini e può meravigliare la mia decisione, però il concetto di ‘normale’ è molto relativo, perché ogni cultura, ogni società, ogni popolo, ha i suoi costumi e pensa che siano strani quelli del vicino», aggiunge Rachele.

La modella spiega che «non tutti si battezzano per gli stessi motivi. Io ho abbracciato la religione cattolica perché ciò che ha predicato Gesù – la bontà, l’aiuto agli altri – sono i miei valori. E penso che quanto più bene fai al prossimo, meglio ti tratta la vita».

I suoi colleghi del mondo della moda, come hanno accolto la sua «conversione»? «La maggioranza di loro l’apprenderà leggendo i giornali, perché io parlo molto poco di me. Se ho accettato di raccontare questa storia è perché mi hanno incoraggiato. Può darsi che ci sia della gente disorientata che può vedere la luce nel conoscere la mia evoluzione», dice timidamente.

«La moda è un mondo complicato. Quando io ho cominciato ero molto giovane e ho avuto la fortuna di avere accanto i miei genitori, che mi facevano tenere i piedi a terra e non permettevano che ci credessi del tutto. Inoltre, ho sempre capito che una cosa è il lavoro e altra cosa la mia vita. E mi preoccupo di tenerle ben separate».

Rachele Balencia, frattanto, continua la sua vita. Prosegue gli studi di quarto anno di Giurisprudenza, in estate lavorerà in Thailandia e a Barcellona, e appena potrà andrà a ballare il tango e a fare il surf a mare.

E il futuro? «Mi piace il mondo delle relazioni internazionali. Dopo la laurea mi piacerebbe fare un master in questo campo negli Stati Uniti; poi si vedrà». Prima di finire, e anche se è una miss battezzata, c’è una domanda obbligatoria per la prassi giornalistica a una donna di questo genere: è fidanzata? «Questo preferisco tenerlo per me. Quello che posso dire è che sono molto contenta di vivere...».

 

 

 

Josemaría Escrivá