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Data: 07/10/2002
Autore: -
Fonte: Il Corriere
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Il marine diventato uomo d'affari: "Per me lui è un esempio"

ROMA - Il pio pellegrino Paul Behrends ridiscende via della Conciliazione. Non ha spillette né bisacce né scarpe comode. Ma un paio di mocassini lucidi, una cravatta con i cagnolini e un completo grigio da businessman (lo è) con un fisico da marine (lo era) e tre portaborse-consiglieri.

Di più: somiglia a George W. Bush, sembra un parente (non lo è). Fa il consultant a Washington D.C. Che sarebbe consulente, ma così non rende l’idea. «Mi occupo di difesa nazionale e di politica», aggiunge lui e questo rende. Specializzazione in relazioni internazionali e crisi diplomatiche. Non dà altre spiegazioni. Dice però, volentieri, che è iscritto all’Opus Dei dal 1989. «Perché ho pensato che Escrivá fosse un buon esempio da seguire nella mia vita». Come? «Tengo Dio in mente e spero che il mio lavoro renda la gente felice».

Paul, moglie e tre figli (rimasti in Germania da amici), è un lieutenant colonel del corpo dei marines. Ora è un riservista. «Sì, in teoria in caso di attacco all’Iraq potrebbero richiamarmi in servizio. Ma non vado bene, ho messo su pancia». Ride. «Sono grandi le sfide che il nostro Paese affronta nel mondo». Essere devoto di Josemaría Escrivá, spiega, aiuta a «prendere buone decisioni». Punto. «Cerco di essere un buon amico per la gente con cui lavoro, di essere professionale e gentile, non cinico. Prego. Semplice? La regola di Escrivá lo è, applicarla non è facile».

Pure lui in pellegrinaggio qui a Roma. Joan Gaspart, 57 anni, presidente della squadra di calcio del Barcellona, immobiliarista e proprietario della catena alberghiera Husa. Cosa c’è di più lontano dalla foto classica del parrocchiano? Gaspart è devoto di Madre Teresa e di Escrivà. Come mette in pratica gli insegnamenti del santo spagnolo, il ricco catalano? «La santità non c’entra con i soldi, essere ricco o povero non cambia per l’Opera. L’importante è essere una buona persona che ogni giorno cerca di migliorarsi».

Gaspart è un grande benefattore delle suore che assistono i poveri. «Vedo che differenza c’è tra la gente che dorme nei miei hotel di lusso e chi non ha niente. Un po' santo anche io? No, sono terribile». Il patron del Barca è venuto con la moglie Maria Asuncion, i 5 figli (educati in scuole Opus Dei), generi, nuore e nipoti, 20 in tutto. Si può seguire il santo Josemaría anche nel calcio? «No, col football la santità non c’entra niente, è impossibile».

 

 

 

Josemaría Escrivá