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Data: 07/10/2002
Autore: -
Fonte: La Stampa
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Josemaría «unisce» in piazza Fini, D´Alema, Casini e Pezzotta

Record di presenze a San Pietro. Mai tanta gente ad una canonizzazione in Vaticano e "tutto esaurito" di personalità nel grande giorno di Escrivá de Balaguer.

Due primati che testimoniano, dopo decenni di ostilità e incomprensioni, il consenso unanime ottenuto dentro e fuori la Curia dall´Opus Dei, il cui fondatore è stato proclamato ieri santo in un tripudio di devozione e orgoglio d´appartenenza. Organizzazione perfetta, tutto rigorosamente come da copione. Ad appena 27 anni dalla morte, San Josemaría è già un fenomeno planetario e il maxi raduno dei suoi seguaci passerà alla storia anche per l´infinito corteo di auto blu, le decine di delegazioni straniere, le centinaia di esponenti politici. Sono andati letteralmente a ruba, infatti, i biglietti vip.

Il Gotha istituzionale ha reso omaggio al neo-santo che grazie alla santificazione del lavoro professionale ha fatto breccia come nessun testimone della fede nell´establishment (Romiti, Fazio, Bernabei, Cossiga).

La delegazione italiana schierava Fini, Casini, sette ministri, D´Alema e Veltroni. C´è stata un vera e propria gara di presenze pure fra le gerarchie ecclesiastiche: oltre 400 vescovi da 61 Paesi dei cinque continenti. Erano meno della metà (200 vescovi fra i quali 35 cardinali) per la beatificazione del 17 maggio 1992. L´esercito di volti noti include il ct azzurro Trapattoni, l´editore Leonardo Mondadori, il portavoce d´Oltretevere, Navarro-Valls, l´ex leader di Solidarnosc Walesa.

«L´Opus Dei - spiega Ombretta Fumagalli Carulli della Margherita - ha insegnato alle donne a vivere la loro femminilità fino in fondo, senza farne una competizione con l´uomo». Escrivá, precisa lo scrittore Vittorio Messori, diceva che il pesce si prende dalla testa e perciò consigliava ai suoi di iniziare l´apostolato dalle classi alte.

Ieri l´Opus ha potuto mostrare al mondo i "muscoli", dispiegando la sua potenza organizzativa. Per ogni pellegrino la rete di volontari ha trovato un alloggio e predisposto il viaggio a Roma. Dopo il domenicale bagno di folla, stamattina si replica. 250mila devoti saluteranno il Papa nella messa di ringraziamento celebrata dal vescovo Echevarria, successore di San Josemaría. Un gradimento trasversale, da destra e sinistra, su entrambe le sponde del Tevere.

Cancellate per sempre, quindi, le accuse all´Opus Dei di essere una massoneria bianca, paladina del tradizionalismo e di aver sostenuto la dittatura franchista. L´attività e la finalità dell´Opera, concordano storici e prelati, sono esclusivamente spirituali, così come la missione e il ministero sacerdotale del suo fondatore. Il governo di una nazione, qualunque esso sia, e l´Opus Dei sono realtà che si muovono su piani totalmente diversi.

La Prelatura spinge i suoi membri a esercitare e a compiere i propri doveri come cristiani coerenti, ma lascia loro la più completa libertà nelle scelte concrete in questioni temporali. L´unico criterio che segnala è quello di seguire gli orientamenti emanati in ogni campo dalla gerarchia ecclesiastica.

Nel caso del franchismo, la conclusione della Guerra civile segnò il rifiorire della vita della Chiesa, delle associazioni, delle scuole cattoliche, con una netta presa di posizione dell´episcopato nazionale a favore del generale Franco, considerato «provvidenziale». Sulla facciata delle cattedrali in ogni sede episcopale spagnola, era stato apposto lo scudo della Falange con la scritta: «Caduti per Dio e per la Spagna. Presenti!».

Escrivá protestò più volte per questo abuso. Non era facile trovare in Spagna, in quel periodo, persone che condannassero con tanta decisione il sistema nazista e ne denunciassero con chiarezza la radice anticristiana, quando ancora non si conoscevano tutti i crimini di Hitler. In quella situazione, il neo-santo, pur riconoscendo a Franco il merito della pacificazione, dovette opporre resistenza a due pericoli.

Da una parte la strumentalizzazione della fede, con la pretesa di monopolizzare la rappresentanza dei cattolici nella vita pubblica, dall´altra la tendenza di alcuni ambienti cattolici a servirsi del potere pubblico come di un braccio secolare. Le due facce del clericalismo, insomma. Lo preoccupava la successione a Franco. Non esitò a farlo sapere all´interessato e ai vescovi di Spagna, però seppe resistere a sollecitazioni che gli vennero dal Vaticano affinché prendesse iniziative al riguardo. Rifiutò di farsi tramite perché non era sua missione immischiarsi in politica, come dimostra una lettera del 14 giugno 1964 a Paolo VI.

 

 

 

Josemaría Escrivá