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Data: 2000
Autore: Beat Muller
Fonte: Ufficio Informazioni Opus Dei
Editore: -
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Cos'è l'Opus Dei
Dati informativi

Fedeli della Prelatura dell'Opus Dei

2.1 Sacerdoti e laici
L'Opus Dei è costituito da un prelato, da un presbiterio o clero proprio e da laici, uomini e donne. Chi richiede l'incorporazione all'Opus Dei, lo fa per una chiamata divina, cioè una determinazione specifica della vocazione cristiana, ricevuta con il battesimo, che fa cercare la santità e partecipare alla missione della Chiesa secondo lo spirito che il Signore ispirò al beato Josemarìa. L'incorporazione formale alla prelatura avviene mediante una convenzione bilaterale che sancisce i reciproci impegni assunti dall'interessato e dalla prelatura stessa.

Nell'Opus Dei non esistono categorie di membri, bensì un unico e identico fenomeno vocazionale mediante il quale tutti i fedeli della prelatura sono e si sentono in egual grado membri di una stessa porzione del Popolo di Dio. Esistono semplicemente dei modi diversi di vivere una stessa vocazione cristiana a seconda delle circostanze personali: celibi o sposati, sani o malati, eccetera.

La maggior parte dei fedeli dell'Opus Dei sono membri soprannumerari: si tratta per lo più di persone sposate, donne o uomini per i quali la santificazione dei doveri famigliari costituisce parte fondamentale della propria vita cristiana. Attualmente i soprannumerari rappresentano circa il 70% del totale dei membri dell'Opus Dei.

Per il resto, i fedeli della prelatura sono uomini o donne che vivono il celibato, per motivi apostolici. Alcuni abitano con le proprie famiglie, o dove è più adeguato alla situazione professionale: si tratta degli aggregati della prelatura. Gli altri, per le specifiche circostanze in cui si trovano, hanno una disponibilità completa per le opere apostoliche e la formazione degli altri fedeli della prelatura: si tratta dei numerari, che di solito vivono nei centri dell'Opus Dei. Le numerarie ausiliarie si dedicano soprattutto alla cura del lavoro domestico nelle sedi dei centri della prelatura, e questo costituisce la loro attività professionale ordinaria.

Il clero della prelatura proviene dai fedeli laici dell'Opus Dei: sono numerari e aggregati i quali, liberamente disponibili a essere sacerdoti, dopo diversi anni di incorporazione alla prelatura e dopo aver completato gli studi previ al sacerdozio, sono invitati dal prelato a ricevere gli ordini sacri. Il loro ministero pastorale si rivolge principalmente al servizio dei fedeli della prelatura e delle attività apostoliche che questi ultimi promuovono.

Un aspetto caratteristico della fisionomia dell'Opus Dei è il clima di famiglia cristiana. Questo tono familiare è presente in ogni attività che la prelatura organizza. Si manifesta nel calore umano che caratterizza i suoi centri, nella semplicità e fiducia dei rapporti interpersonali, nell'atteggiamento di servizio, di comprensione e di delicatezza che si cerca continuamente di avere nella vita quotidiana.

 

2.2 Incorporazione alla prelatura
Per far parte dell'Opus Dei è necessaria una richiesta fatta in piena libertà e, come si è detto, la personale convinzione di avere ricevuto una vocazione divina, oltre all'acccttazione della richiesta stessa da parte delle autorità della prelatura. La richiesta si fa per iscritto, e l'ammissione non viene concessa prima di sei mesi. Dopo un periodo di almeno un anno, l'interessato può incorporarsi temporaneamente alla prelatura mediante una dichiarazione formale di carattere contrattuale, che si può rinnovare ogni anno. Dopo un minimo di altri cinque anni, si può fare l'incorporazione definitiva (18). In conformità al diritto canonico, nessuno può incorporarsi giuridicamente all'Opus Dei se non è maggiorenne (18 anni o più).

L'incorporazione all'Opus Dei comporta per la prelatura l'impegno di fornire all'interessato un'assidua formazione nella fede cattolica e nello spirito dell'Opus Dei (19), come pure la necessaria cura pastorale ad opera dei sacerdoti della prelatura. Da parte dell'interessato, comporta l'impegno di rimanere sotto la giurisdizione del prelato per quanto attiene al fine della prelatura; rispettare le norme che la regolano, e adempiere gli altri obblighi previsti per i suoi fedeli (20).

In sintesi, i fedeli della prelatura si impegnano a santificarsi e a esercitare l'apostolato secondo lo spirito dell'Opus Dei. Ciò significa soprattutto il dovere di coltivare la vita spirituale attraverso l'orazione, il sacrificio e la ricezione dei sacramenti; di ricorrere ai mezzi forniti dalla prelatura per acquistare una formazione intensa e permanente nella dottrina della Chiesa e lo spirito dell'Opus Dei; di partecipare, secondo le personali possibilità, al lavoro di evangelizzazione della prelatura.

Il vincolo con la prelatura cessa allo scadere del periodo in cui vige la convenzione o anche prima, se l'interessato lo desidera, d'accordo con le autorità della prelatura. L'uscita legittima dalla prelatura comporta la cessazione dei reciproci diritti e doveri.

 

2.3 La formazione
La prelatura mette a disposizione dei suoi fedeli una formazione continua, attraverso alcuni strumenti specifici, compatibili con i normali doveri familiari, professionali e sociali di ciascuno.

La formazione che la prelatura fornisce ai propri fedeli, offre loro la possibilità di acquisire una intensa e solida vita di pietà, quali figli di Dio, portandoli a cercare l'identificazione con Cristo, una profonda conoscenza della fede e della morale cattolica e, in linea con la propria vocazione, una crescente familiarità con lo spirito dell'Opera. I fedeli della prelatura assistono a lezioni settimanali, chiamate anche circoli, su temi dottrinali e ascetici. Il ritiro mensile consente di dedicare, un giorno al mese, alcune ore all'orazione personale e alla riflessione sui temi della vita cristiana. Inoltre, una volta all'anno i fedeli della prelatura assistono a un ritiro che dura normalmente dai tre ai cinque giorni.

Analoghi mezzi di formazione sono offerti ai cooperatori (21), ai giovani che partecipano al lavoro apostolico della prelatura e a chiunque voglia usufruirne.

La formazione viene impartita nei centri della prelatura dell'Opus Dei e in altri luoghi adeguati. Per esempio, un circolo si può tenere in casa di uno dei partecipanti, un ritiro in una chiesa di cui il parroco consenta l'uso a questo scopo per qualche ora, eccetera.

 

2.4 Agire professionale e civile
II fatto di appartenere alla prelatura dell'Opus Dei non presuppone alcun cambiamento di stato personale: permangono invariati i diritti e i doveri che ciascuno ha in quanto membro della società civile e della Chiesa. "I laici incorporati nella prelatura non mutano la propria condizione personale, teologica e canonica, di normali fedeli laici, e come tali si comportano in tutto il loro agire" (22).

In virtù del carattere esclusivamente spirituale della sua missione, la prelatura non interviene nelle questioni temporali che i suoi fedeli devono affrontare. Ciascuno agisce con completa libertà e responsabilità personale. L'Opus Dei non fa proprie le decisioni dei suoi membri. Gli Statuti affermano che, per quanto riguarda l'attività professionale e le dottrine sociali, politiche ecc., ogni fedele della prelatura, nei limiti della dottrina cattolica sulla fede e sui costumi, gode della stessa piena libertà degli altri cittadini cattolici. Su queste materie le autorità della prelatura devono astenersi nel modo più assoluto anche solo dal dare consigli (23).

 

2.5 Qualche dato
Fanno parte della prelatura più di 80.000 persone, compresi i circa 1.750 sacerdoti. Sul totale dei fedeli, la percentuale degli uomini e delle donne è approssimativamente la stessa. La distribuzione di massima fra i vari continenti è la seguente:

Africa:1.500
Asia e Oceania: 4.500
America: 28.000
Europa: 47.000

In Italia attualmente sono circa quattromila, uomini e donne di tutti i ceti sociali. Svolgono i mestieri più svariati, intellettuali e manuali. Il primo italiano che, nel 1947, chiese l'ammissione all'Opus Dei fu un giovane avvocato romano. Centri e opere apostoliche della Prelatura sono presenti in 24 città italiane.

 

 

 

Josemaría Escrivá