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il Beato si prepara
così a scoprire la
Volontà divina.
Domine, ut videam!;
Domine, ut sit!

 

 

Data: 1992
Autore: -
Fonte: Intervista sul fondatore dell'Opus Dei
Editore: Ares

1919/1927 - Saragozza: seminario e ordinazione sacerdotale

1920 Conclude gli studi previ di cultura umanistica e di filosofia, e supera l'esame del primo anno di teologia. Dopo l'anno trascorso presso il seminario di Logrono, col permesso dei rispettivi Ordinari si trasferisce in quello di Saragozza, per ultimare gli studi presso l'Università Pontificia di tale arcidiocesi. Si tratterrà nel capoluogo aragonese fino al 1927.

1922 Nel Seminario di San Francesco di Paola, la condotta del Beato offre esempio di impegno nella vita di pietà e nell'applicazione. Il card. Soldevila, arcivescovo di Saragozza, lo nomina Ispettore del seminario. Poiché i Superiori debbono essere chierici e Josemaría è ancora un semplice seminarista, il 28 settembre l'arcivescovo conferisce appositamente solo a lui la tonsura in una cappella del Palazzo arcivescovile e, poco più tardi, gli Ordini minori (ostiariato e lettorato il 17 dicembre, esorcistato e accolitato il 21).

1923 II Beato si iscrive, con il permesso dei superiori, alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Saragozza come alunno libero, cioè esente dall'obbligo della frequenza. Così, fino al giugno del 1924, quando concluderà gli studi ecclesiastici, egli potrà portare avanti entrambi gli ordini di studi: quelli ecclesiastici durante il normale anno scolastico (da ottobre a giugno) e quelli civili nelle vacanze estive (da giugno a settembre).

1924 II 14 giugno mons. Miguel de los Santos Díaz Gómara, vescovo tit. di Tagora, ausiliare del card. Soldevila (morto l'anno precedente, vittima di un attentato di stampo anarchico) e Presidente del Seminario Sacerdotal de San Carlos, conferisce al Beato il suddiaconato nella chiesa del seminario. Il 27 novembre, a Logrono, muore suo padre. Josemaría conserverà sempre il vivo ricordo delle sue esemplari virtù cristiane. Da quel momento egli deve occuparsi direttamente del mantenimento della madre e dei due fratelli, che si trasferiscono a Saragozza. Il 20 dicembre mons. Miguel de los Santos Díaz Gómara gli conferisce il diaconato nella chiesa di San Carlos.

1925-1927 II 28 marzo riceve da mons. Diaz domani l'ordinazione sacerdotale, nella chiesa del seminario, che lo ha visto trascorrere tante ore in preghiera - anche di notte, in solitudine - nel corso degli anni passati in seminario. Celebra la prima Messa il 30 marzo, nella "Santa Cappella" della Basilica del Filar: la cerimonia si svolge nell'intimità, a causa del recente lutto per la morte del padre del Beato. Il medesimo giorno è designato al suo primo incarico pastorale: reggente ausiliare della parrocchia di Perdiguera, un paesino di 870 abitanti sulle pendici della Sierra di Alcubierre, nella provincia di Saragozza, ove si reca l'indomani stesso. Malgrado la brevità di tale soggiorno, svolge le proprie mansioni con tanto zelo che fra gli abitanti della zona si diffonde la fama della sua santità. Le ricognizioni condotte in loco dopo la morte del Beato mostrano che essa persiste ancora solida e durevole. Tornato a Saragozza, il 18 maggio, assume una cappellania nella chiesa dei padri gesuiti intitolata a san Pietro Nolasco e cerca nuove occupazioni in altre attività pastorali. Intanto prosegue gli studi giuridici e nell'ambiente universitario effettua un intenso apostolato con i professori e con gli studenti. Fra l'altro organizza catechesi nei sobborghi della periferia. Per mantenere la madre e i fratelli Carmen e Santiago, impartisce inoltre lezioni private e insegna Diritto presso l'Accademia Amado. In tutti questi anni, la sua vita spirituale raggiunge traguardi di contemplazione e di penitenza sempre più alti: il Beato si prepara così a scoprire la Volontà divina. Domine, ut videam!; Domine, ut sit!; Domina, ut videam!.'; Domina,ut sit!; le suppliche che hanno scandito la sua orazione fin dai tempi di Logrono, dai primi avvertimenti della vocazione, divengono ogni giorno più pressanti. E il Signore gli invia numerose grazie che, per la forza con cui muovono la sua volontà ad agire, egli definisce "operative".

 

 

 

Josemaría Escrivá